Storia di Italia - I Costumi degli Italiani nella Storia - Educazione e Istruzione nella Storia d’Italia Ebook Tooltip

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Samenvatting

La storia della scuola è intimamente connessa con la storia della civiltà. Gli Indiani posseggono scuole che, a quanto pare, risalgono a tempi remotissimi. Le scuole indiane erano religiose e filosofiche.


L'insegnamento si distingueva in esoterico (secreto, confidenziale, dal greco eiso, dentro) ed essoterico (pubblico, comune, dal greco exo, fuori). I bramani erano i maestri.


Scuole di carattere religioso (e la religione allora abbracciava tutto lo scibile) troviamo in Persia, in Babilonia, nella Caldea. L'istruzione era impartita dai sacerdoti che erano i depositari del sapere.


In Egitto alle scuole pubbliche erano iscritti non soltanto quelli destinati alla casta sacerdotale (alla quale appartenevano pressoché tutti i sovrani prima della conquista di Cam-bise), ma vi erano pure ammessi, perchè apprendessero aritmetica, geometria, medicina e musica, giovanetti appartenenti ad altre caste.


Costoro per altro non venivano iniziati ai misteri del sacerdozio. L'Egitto ebbe scuole popolari, alle quali potevano appartenere anche le fanciulle che vi apprendevano le nozioni elementari. Platone riferisce che i fanciulli leggevano in coro. Ginnasi speciali erano aperti alle giovinette della casta dei guerrieri.


Gli Ebrei ebbero una casta sacerdotale, una tribù di leviti che conservavano le tradizioni del culto e le interpretavano, in seguito scuole di profeti. Nel periodo precedente al Cristianesimo ebbero scuole di Scribi, poi le varie scuole di Esseni, Terapeuti, Sadducei, Farisei.


La cultura era esclusivamente religiosa. Dopo l'esilio babilonese si istituirono le Sinagoghe, che erano pure una specie di scuola. Nel linguaggio comune del ghetto la sinagoga era chiamata scuola. Era obbligatoria la lettura della Bibbia senza vocali, il che esigeva una seria preparazione di studio. È probabile che fra gli Ebrei non fossero molti gli analfabeti anche nell'epoca anteriore alla diaspora (dispersione).


Scuole non mancavano in Fenicia e in Cartagine. Dopo la distruzione della formidabile rivale di Roma, i Cartaginesi che si davano agli studi frequentavano le scuole di Atene.


Maestri insigni di tutta l'antichità furono i Greci. Le prime scuole ebbero carattere religioso. Non tutte le stirpi ebbero in eguale pregio la cultura. La cultura intellettuale degli Spartani si restringeva alla musica, nel senso stretto della parola, e ad un esercizio dell'intelletto e del raziocinio che giovasse a raffinare il giudizio dei giovani: solo pochi sapevano leggere e scrivere.


In Atene invece l'istruzione era di gran lunga più estesa, molti erano i maestri, ciascuno dei quali insegnava determinate discipline. I fanciulli imparavano, secondo le notizie lasciateci da Dionigi d'Alicarnasso, col metodo del sillabario, a leggere ed a scrivere nello stesso tempo.


Grande importanza era data allo studio a memoria: i poemi di Omero tenevano il primo posto. L'Iliade e la Odissea erano considerati come modelli di sapienza e di fortezza, perciò utilissimi all'educazione della gioventù.


Venivano quindi le favole di Esopo e le poesie di Simonide. Il disegno diventò materia d'insegnamento soltanto ai tempi di Aristotele. Alla musica, in senso largo, si accompagnava nella istruzione dei giovani la Ginnastica.


Per essere ammaestrati in entrambe, si soleva pagare una somma o dalla tribù intera, o dai privati, i quali, nel secondo giorno delle antesterie, nel mese di antesterione, nel quale ricorreva un maggior numero di feste e quindi il maggior numero di vacanze, solevano soddisfare l'onorario dei maestri.


Soltanto più tardi gli insegnanti di filosofia e di scienze ebbero dallo Stato uno stipendio; fino a quel tempo l'istruzione presso di loro costava molto cara. Protagora, per esempio, pretendeva, per un corso completo di lezioni e di esercitazione, 100 mine, una cifra spropositata.


A Roma, la menzione di scuole dette ludi, cioè giochi, esercitazioni dello spirito, si ha verso il 449, in cui si narra il fatto di Virginia perseguitata dal decemviro Appio Claudio, la quale, come fanciulla già adulta, andava a scuola.


Queste scuole femminili erano tenute in certe botteghe di mercato, mentre i maschi andavano a scuola nelle pubbliche strade (in triviis), sicché le cognizioni scolastiche più comuni erano dette da Quintilliano trivialis scientia.


Probabilmente appartenevano al Trivio la grammatica, la dialettica, la retorica come nel medio evo. Le materie d'insegnamento, conforme al carattere pratico dei Romani, miravano a fornire delle abilità, a raggiungere scopi utilitari pubblici o privati.


Cosicché nella matematica l'aritmetica precedeva la geometria. I fanciulli venivano istruiti a conteggiare contemporaneamente alla lettura ed alla scrittura. Il modo solito di computare era quello delle dita come presso i Greci.


Gli esercizi del corpo erano rivolti a preparare agili e forti soldati. Le cognizioni geografiche erano poco curate. Si poneva grande diligenza nella lettura e nello studio dei poeti. I Romani furono il primo popolo presso il quale una lingua straniera servì come un vero e proprio ramo di cultura: il greco insieme col latino fu strumento dell'educazione intellettuale dopo le guerre puniche.


Nell'insegnamento della lettura era in uso, anche presso i Romani, il metodo del sillabario. Si imparava molto a memoria (consuetudine giustificata dalla scarsezza dei libri). La disciplina era assai severa: le mancanze degli alunni venivano punite con la ferula (sferza).


Il flagellum era adoperato per le mancanze più gravi e, di solito, soltanto per gli schiavi. Durante l'impero fiorirono a Roma molte scuole di giurisprudenza, che si estesero successivamente a Costantinopoli, a Mitilene, a Rodi ecc.


Nelle provincie romane abbondavano le scuole municipali, che per adulazione si chiamarono anche imperiali (Marsiglia, Tolone, Bordeaux, Agen, Poitiers, Lione, Reims).


Il Cristianesimo istituì scuole a sua volta. La scuola cristiana, che usciva dalle catacombe a poco a poco, si contrappose alla scuola pagami. Fin dal II secolo d. C. Alessandria ebbe il suo Didascaleo, imitato dal Museo dei Lagidi.


Roma cristiana diffuse nell'Africa e nell'Occidente il suo insegnamento; la scuola d'Ippona, quella di Lione e quella di Lerina vennero in grande rinomanza dal IV secolo. Molto celebre quella di Montecassino (VI secolo) donde uscirono S. Mauro e S. Placido.


Mondatori di questi istituti miravano all'insegnamento della religione; ma il clero è ricustode della cultura durante il medio evo: chierico diventò sinonimo di uomo di scienze e di letterato. Negli istituti religiosi si insegnavano le arti del Trivio e del Quadrivio.


Si adoperava per l'insegnamento una specie di enciclopedia composta nel V secolo dall'africano Marciano Capella. Gli ecclesiastici fondarono scuole e diventarono i precettori della gioventù (scholae, scolastici, doctrina scholastica).


I monasteri ebbero scuole fiorenti. Nella Gran Rrettagna vediamo uscire dai monasteri dottissimi uomini, come Beda, Alcuino (della scuola di York) che divenne poi l'amico e il consigliere di Carlo Magno, iniziatore dell'Accademia Palatina e fondatore di un gran numero di scuole episcopali e monastiche.


In seguito, accanto alle scuole di religiosi, cominciarono a spuntare le scuole laiche. Pare che i compensi non fossero troppo lauti se dobbiamo prestar fede al verso: Scire volunt omnes, solvere nemo (Tutti vogliono sapere, ma nessuno vuole pagare).


Carlo Magno, che favori Alcuino, istituì la celebre Scuola palatina, che offrì esempio da imitarsi a tutto l'Occidente. Ma contemporaneamente alla scuola di Carlo Magno splendevano di ben più fulgida luce le scuole mussulmane di Bagdad (centro di attività scientifica al principio del secolo IX), Bassora, Kufa, Aleppo, Cairo, Cordova, dove s'insegnava poesia, filosofia, storia naturale, medicina.


Vi si leggevano le opere di Aristotele tradotte dal greco in arabo, vi si riceveva insomma una istruzione ben più solida che in qualunque scuola occidentale. Non è dubbio che il tipo delle scuole arabe servì di modello alle scuole occidentali.


Cordova ed altre città della Spagna servirono di legame fra la civiltà araba e la civiltà occidentale. Il contatto con la civiltà orientale, che si affermò vittoriosamente durante le crociate, dischiuse ai popoli d'Europa nuovi mondi di vita spirituale.


La scienza araba e al suo seguito la scienza giudaica fecero il loro ingresso in Parigi. Esse avevano custodito la tradizione del sapere greco più completamente e più fedelmente dei chiostri d'Occidente.


Da Bagdad e da Cordova si diffuse una corrente di tradizione scientifica più vigorosa che da Roma e da Lione. Nella storia della scienza la missione scientifica degli Arabi e degli Ebrei nel medioevo è stata quella di restituire in parte allo sviluppo dello spirito occidentale quella continuità che esso aveva per un certo tempo smarrita. Vedi Averroè, Avicebron, Avicenna, Mairnonide ecc.


Gli Ebrei hanno molto contribuito alla diffusione della filosofia orientale in Occidente mercè le loro relazioni mercantili, con numerose traduzioni. Centro della loro attività fu specialmente la Francia meridionale nei secoli XIII e XIV.


Intanto dopo le crociate si venivano sviluppando i grandi istituti di cultura di Parigi, di Bologna chiamati Università.


L'insegnamento superiore fu, per molti secoli, più curato dell'insegnamento che og

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16 oktober 2015
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